Delio Dessardo
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Rafforzare i controlli per arginare le migrazioni clandestine. Tutti d'accordo alla Conferenza di Sarajevo, che ha visto presenti delegaziomi dei paesi interessati dal fenomeno. Anche se la situazione è sotto controllo, il numero dei migranti che arrivano in Slovenia attraverso la vecchia rotta balcanica e quella nuova, più a sud, è in costante aumento, ha detto il segretario di stato agli interni, Šefic; lo confermano anche le sempre più numerose richieste di protezione internazionale. È necessaria, ha aggiunto, una stretta collaborazione tra le polizie dei paesi dell'area per fronteggiare il traffico di esseri umani da parte di bande criminali senza scrupoli, che, nell'organizzare il trasporto dei clandestini, mettono in forte pericolo la loro sicurezza. Non dobbiamo assolutamente permettere che si ripeta quanto avvenuto nel 2015, anno della maggiore crisi migratoria, con la marea di profughi lungo la rotta balcanica. A Sarajevo è stato concordato che ogni paese deve creare una propria base delle registrazioni con i dati biometrici e tale base deve essere compatibile con quelle del resto della regione e a livello di Unione Europea, in modo da poter verificare se una persona abbia già fatto domanda di soggiorno in un determinato paese. Bisogna impedire, ha detto Šefic, che l'intera regione balcanica diventi una sorta di enorme "hot spot", come quelli allestiti in Italia e Grecia, in quanto rappresenterebbe un rischio troppo elevato per la sicurezza. Šefic ha poi smentito quanto riportato dai media croati, secondo cui Austria e Slovenia avrebbero sollecitato la Croazia, nel quadro delle misure di controllo dei flussi migratori, a schierare l'esercito lungo la frontiera con la Bosnia-Erzegovina.
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