Braccia tese e note di “Bella Ciao”: queste di manifestazioni politiche contrapposte si sono scontrate a Milano, dove ieri sera si stava svolgendo una manifestazione organizzata dalla destra italiana in occasione dei 50 anni dalla morte di Sergio Ramelli, lo studente di 18 anni, militante del Fronte della Gioventù, morto nel 1975 a seguito di un’aggressione da parte di un gruppo di appartenenti alla sinistra extra parlamentare.
Un corteo, con una nutrita presenza di militanti di estrema destra, aveva raggiunto via Paladini per rendere omaggio alla targa posta sotto la casa del giovane ucciso, e nel corso della cerimonia non è mancato il rito del “presente” ma, mentre i partecipanti si stavano disponendo in fila, da una delle finestre dei palazzi che si affacciano sulla via sono partite le note di Bella Ciao, l'inno della Resistenza. Qualcuno tra i presenti ha gridato per protestare ma è stato zittito dagli organizzatori.
Nonostante qualche minuto di attesa la musica non si è interrotta e il rito, con la parola “presente” gridata per tre volte e le braccia tese nel saluto fascista dei presenti, si è svolto lo stesso. Qualcuno ha riprovato a gridare contro la musica, ma è stato nuovamente zittito dagli organizzatori.
Non è l‘unico episodio di manifestazione di chiara matrice a fascista in Italia negli ultimi tempi: anche il 25 aprile, festa della Resistenza, si era svolta una commemorazione a Dongo, località della provincia di Como, dove Mussolini e altri gerarchi fascisti in fuga furono intercettati dai partigiani e fucilati. I partecipanti erano anche stati protetti dalla polizia da una contro manifestazione organizzata da movimenti di sinistra.
Riguardo i fatti di Milano, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, esponente storico del Movimento Sociale e ora di Fratelli d’Italia, interpellato da alcuni giornalisti ha evitato di commentare l’esibizione del saluto romano. “La cosa più importante – ha detto - è che non ci sia più violenza. Non voglio parlare dei saluti romani: vi fermate sempre alla strumentalizzazione - ha aggiunto - su una cosa su cui io non posso influire”.
Riguardo Sergio Ramelli, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, di Fratelli d’Italia, ha anche emesso un francobollo commemorativo: “Un omaggio – ha fatto sapere il ministero - che vuole restituire dignità a un ragazzo la cui giovane vita fu spezzata per aver esercitato il diritto fondamentale di esprimere il proprio pensiero”.

Alessandro Martegani