
"Se dal governo non ci saranno risposte adeguate, credo si debba aprire una fase di mobilitazione e di sostegno alla piattaforma unitaria per la sicurezza sul lavoro". Queste le parole del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a conclusione della manifestazione del Primo Maggio dal palco ai Fori Imperiali a Roma, in vista dell'incontro dell'8 maggi tra i rappresentanti sindacali e l'esecutivo. "Dobbiamo usare tutti gli strumenti democratici, anche quello del voto. Un diritto conquistato quello di andare a votare", aggiunge poi Landini riferendosi ai referendum dell'8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza, tra cui c'è anche un quesito sulla sicurezza.
Proprio la sicurezza sul lavoro era il tema del Primo Maggio di quest'anno.

Un Primo Maggio che a Trieste non è stato, non è e probabilmente non sarà mai solo la Festa del Lavoro, ma rimarrà divisivo per parte della cittadinanza a causa di quanto accaduto nel 1945, quando proprio in questa data i partigiani del maresciallo Tito entrarono in città. Una ricorrenza che una decina di persone ogni anno ricorda durante il corteo, esibendo magliette e bandiere della Jugoslavia, della Brigata Garibaldi o del Fronte della Liberazione creando polemiche. Polemiche che puntualmente e tradizionalmente vengono scatenate anche dai drappi rossi appesi in Carso.
Tornando alla cronaca, circa tremila persone hanno animato il corteo nelle parti centrali del percorso, Alla partenza da Campo San Giacomo probabilmente le presenze erano poco più di un migliaio, ma altrettante se ne sono aggiunte da Piazza Garibaldi in poi, ovvero da quando si sono aggregati i pensionati. Alcuni residenti di via Caprin hanno anche espresso dissenso alla manifestazione, lanciano sulla folla dell'acqua ed un paio di pomodori. Non è ben chiaro se le proteste siano state politiche o a causa della musica ad alto volume che potrebbe aver disturbato il sonno di qualcuno.
Al corteo hanno preso parte anche gli antagonisti e i pro Palestina, ma contrariamente a quanto avvenuto il 25 Aprile, non si sono registrati scontri con le forze dell'ordine; presenti inoltre alcuni studenti ed insegnanti serbi che hanno voluto esprimere vicinanza a che protesta nel loro Paese contro la corruzione.
Da segnalare, infine, che durante i comizi conclusivi in Piazza Unità, c'è stato l'intervento in lingua slovena di Adriano Ostrouska, delegato Fp-Cisl.
Davide Fifaco







